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Seller_gruhelUHBQJFR

Troppi resi

La gente acquista senza farsi alcun scrupolo se poi dovrà restituire il prodotto e in questo modo si prendono le spese di spedizioni e quelle di reso (quando va bene partono 12,00 euro minimo). Una perdita che non deve sobbarcarsi solo il venditore, siete d'accordo?

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Tag:Costi di spedizione
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La gente acquista senza farsi alcun scrupolo se poi dovrà restituire il prodotto e in questo modo si prendono le spese di spedizioni e quelle di reso (quando va bene partono 12,00 euro minimo). Una perdita che non deve sobbarcarsi solo il venditore, siete d'accordo?

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Seller_IaVxv8dz0JHJS
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ieri mattina ero in tabaccheria che e' punto ritiro amz: una tipa faceva 4 resi di prodotti: ero allibito, e lei: beh tanto, in caso ci perde amazon, che me frega a me????? alla fin fine e' amazon che pubblicizza il "compra e rendi!!!"

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Seller_GDETmQWrJqmMC
In risposta al post di: Seller_gruhelUHBQJFR

basta non affidare la merce ad amazon

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Seller_9T6C8vfGU4SOr
In risposta al post di: Seller_gruhelUHBQJFR

la gente pensa di comprare solo da amazon e non capisce che il più delle volte danneggia lavoratori come potrebbero essere loro

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Seller_tIjBkfP5HwOJw
In risposta al post di: Seller_gruhelUHBQJFR

E' cosa nota che molti clienti acquistino prodotti per usarlo durante un preciso evento e poi rendere.

Tovaglie a tema natalizio rese dopo capodanno (ancora sporchi)

Costumi di carnevale resi dopo veglioni (ad un venditore qui è capitato di riceverlo col vomito dentro)

O ancora vestiti per cerimonie resi dopo l'avvenuta cerimonia

Videogiochi per cui il cliente chiede il reso l'ultimo giorno utile e poi spedirlo l'ultimo giorno possibile, accumulando giorni in cui poterlo finire.

Amazon lo sa ma essendo a scapito dei venditori nulla fa o interessa. Usano il cliente come leva per attirare noi venditori che paghiamo, in pratica, tutti i costi reali di Prime (motivo per cui spingono molto FBA)

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Seller_eV6TVBL0wx7k8
In risposta al post di: Seller_gruhelUHBQJFR

Anche per rispetto dei negozi fisici, che sono stati negativamente impattati da queste regole troppo "facili", bisognerebbe regolamentare a livello europeo la normativa sui resi.

Noi "facciamo" e-commerce da oltre 20 anni ed agli albori queste nefandezze non solo non erano possibili, ma nemmeno pensabili da parte dell'acquirente!

All'origine il diritto di ripensamento per gli acquisti on-line era dovuto dal fatto che "l'acquirente a distanza" non potesse completamente valutare il prodotto, in quanto nel negozio fisico ha la facoltà di poter leggere tutte le caratteristiche sulla confezione. ATTENZIONE!!! Leggere le caratteristiche non vuol dire provarle. Faccio un esempio veloce: noi vendiamo capsule di caffè e magari un cliente in negozio ha la possiblità di leggere gli ingredienti sulla confezione e decidere se acquistare o meno, magari a causa di un'allergia. Quindi, la stessa cosa valeva anche per gli acquisti a distanza. Il cliente aveva la facoltà di leggere le caretteristiche del prodotto sulla confezione ed, in caso di particolarità non idonee, aveva la facoltà di ripensamento, restituendo l'articolo A SUE SPESE (costi A/R dei quali si assumeva la responsabilità, poiché era lui che magari non aveva letto bene tutte le caratteristiche sul web e si prendeva il vantaggio di ricevere l'acquisto a domicilio, anziché di spezzarsi le gambine ed andare in negozio), dovendo restituire la confezione assolutamente integra e non aperta, pena la decadenza del diritto di recesso.

Non come ora, che magari il cliente per accorgersi che il prodotto non va bene, prima lo usa o magari ne consuma la metà, per poi chiedere successivamente il reso!

Tutto questo deve finire e tornare così com'era in origine. E vado anche leggermente OT, asserendo che ci vorrebbe una regolamentazione pure sulle (finte) spese di spedizione gratuite, per le quali sono stato contrario da sempre!

Ma chi ha la forza di portare un argomento del genere ai "piani alti"? Non esiste alcun consorzio europeo a tutela degli operatori del commercio elettronico ed a livello italiano c'è una sola associazione, che pensa solamente a riscuotere la quota annuale, proponendo agevolazioni ridicole, come le tariffe "riservate" con i corrieri, che sono riuscito a strappare a condizioni più vantaggiose trattando di persona.

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Seller_N0wmSLaCzLggg
In risposta al post di: Seller_gruhelUHBQJFR

@Seller_eV6TVBL0wx7k8mentre il recesso è regolato dalla normativa, il reso è un accordo tra le parti, non regolato dalla normativa.

Ai resi si applicano le politiche di Amazon che prevedono - cito testualmente - che l'oggetto debba essere restituito nelle stesse condizioni in cui sia stato ricevuto, non usato né danneggiato.

Regolamento scritto bene che purtroppo non viene fatto rispettare, o meglio, l'acquirente può trarre vantaggio da strumenti coercitivi (feebdack, recensioni, reclami) che gli conferiscono una posizione leonina.

In questo scenario l'acquirente non corre rischi ed ottiene sempre il riborso paradossalmente simile un supermercato senza casse né controlli in uscita, quanti pagherebbero la spesa?

71
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Seller_NYgnGkxJCYi1j
In risposta al post di: Seller_gruhelUHBQJFR

Ribadisco la necessità di valutazione al cliente, ma vorrebbe far perdere un forte vantaggio che ha Amazon. Ciao Roberto

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Seller_woUQYD0aLy5eg
In risposta al post di: Seller_gruhelUHBQJFR

noi vendiamo intimo, rendono anche quello, usato.

non c'è niente da fare, o lo prendi indietro o reclami a non finire.

fortunatamente amazon non è il nostro canale principale di vendita, abbiamo ridotto notevolmente il nostro inventario ed essendo proprietari di marchio, utilizziamo la piattaforma più come un veicolo pubblicitario.

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Seller_LRt8QqZBJevMn
In risposta al post di: Seller_gruhelUHBQJFR

Purtroppo la questione resi è fuori controllo. Noi siamo una libreria professionale e sistematicamente quando ci sono concorsi che prevedono la consultazione di codici gli stessi codici ci vengono restituiti con una percentuale che sfiora la totalità delle spedizioni , tutti e dico tutti il giorno dopo dell'esame si accorgono che il codice non serve oppure si inventano le peggiori scuse per renderlo ( si parla soprattutto di concorsi per laureati in polizia, in magistratura e avvocatura..) oppure tagliano la copertina e dicono che il codice era difettoso. Noi ci difendiamo facendo pagare il almeno la resa ma Amazon autorizza sempre senza mai sentire la nostra versione. Un caso emblematico quello di una avvocatessa che inizialmente ha negato di aver ricevuto un codice poi di fronte al bollettino firmato da lei ha detto che il codice era difettoso e ci ha segnalati perchè abbiamo rifiutato di pagare il costo della resa. Amazon, nonostante avesse lo scambio di mail dove si capisce che la persona ha cercato di fregarci, ha inserito l'ordine fra gli ordini difettosi.

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Seller_jHPUiWlMZBBkd
In risposta al post di: Seller_gruhelUHBQJFR

Considerate tutte le truffe che ricevono i venditori su amazon, dovrebbe essere possibile lasciare feedback per clienti ad uso venditori, dando la possibilità al venditore di annullare l'ordine in caso di sospetta transazione fraudolenta senza che poi ne riceva una nota negativa.

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Noi "facciamo" e-commerce da oltre 20 anni ed agli albori queste nefandezze non solo non erano possibili, ma nemmeno pensabili da parte dell'acquirente!

All'origine il diritto di ripensamento per gli acquisti on-line era dovuto dal fatto che "l'acquirente a distanza" non potesse completamente valutare il prodotto, in quanto nel negozio fisico ha la facoltà di poter leggere tutte le caratteristiche sulla confezione. ATTENZIONE!!! Leggere le caratteristiche non vuol dire provarle. Faccio un esempio veloce: noi vendiamo capsule di caffè e magari un cliente in negozio ha la possiblità di leggere gli ingredienti sulla confezione e decidere se acquistare o meno, magari a causa di un'allergia. Quindi, la stessa cosa valeva anche per gli acquisti a distanza. Il cliente aveva la facoltà di leggere le caretteristiche del prodotto sulla confezione ed, in caso di particolarità non idonee, aveva la facoltà di ripensamento, restituendo l'articolo A SUE SPESE (costi A/R dei quali si assumeva la responsabilità, poiché era lui che magari non aveva letto bene tutte le caratteristiche sul web e si prendeva il vantaggio di ricevere l'acquisto a domicilio, anziché di spezzarsi le gambine ed andare in negozio), dovendo restituire la confezione assolutamente integra e non aperta, pena la decadenza del diritto di recesso.

Non come ora, che magari il cliente per accorgersi che il prodotto non va bene, prima lo usa o magari ne consuma la metà, per poi chiedere successivamente il reso!

Tutto questo deve finire e tornare così com'era in origine. E vado anche leggermente OT, asserendo che ci vorrebbe una regolamentazione pure sulle (finte) spese di spedizione gratuite, per le quali sono stato contrario da sempre!

Ma chi ha la forza di portare un argomento del genere ai "piani alti"? Non esiste alcun consorzio europeo a tutela degli operatori del commercio elettronico ed a livello italiano c'è una sola associazione, che pensa solamente a riscuotere la quota annuale, proponendo agevolazioni ridicole, come le tariffe "riservate" con i corrieri, che sono riuscito a strappare a condizioni più vantaggiose trattando di persona.

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Regolamento scritto bene che purtroppo non viene fatto rispettare, o meglio, l'acquirente può trarre vantaggio da strumenti coercitivi (feebdack, recensioni, reclami) che gli conferiscono una posizione leonina.

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Purtroppo la questione resi è fuori controllo. Noi siamo una libreria professionale e sistematicamente quando ci sono concorsi che prevedono la consultazione di codici gli stessi codici ci vengono restituiti con una percentuale che sfiora la totalità delle spedizioni , tutti e dico tutti il giorno dopo dell'esame si accorgono che il codice non serve oppure si inventano le peggiori scuse per renderlo ( si parla soprattutto di concorsi per laureati in polizia, in magistratura e avvocatura..) oppure tagliano la copertina e dicono che il codice era difettoso. Noi ci difendiamo facendo pagare il almeno la resa ma Amazon autorizza sempre senza mai sentire la nostra versione. Un caso emblematico quello di una avvocatessa che inizialmente ha negato di aver ricevuto un codice poi di fronte al bollettino firmato da lei ha detto che il codice era difettoso e ci ha segnalati perchè abbiamo rifiutato di pagare il costo della resa. Amazon, nonostante avesse lo scambio di mail dove si capisce che la persona ha cercato di fregarci, ha inserito l'ordine fra gli ordini difettosi.

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ieri mattina ero in tabaccheria che e' punto ritiro amz: una tipa faceva 4 resi di prodotti: ero allibito, e lei: beh tanto, in caso ci perde amazon, che me frega a me????? alla fin fine e' amazon che pubblicizza il "compra e rendi!!!"

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Anche per rispetto dei negozi fisici, che sono stati negativamente impattati da queste regole troppo "facili", bisognerebbe regolamentare a livello europeo la normativa sui resi.

Noi "facciamo" e-commerce da oltre 20 anni ed agli albori queste nefandezze non solo non erano possibili, ma nemmeno pensabili da parte dell'acquirente!

All'origine il diritto di ripensamento per gli acquisti on-line era dovuto dal fatto che "l'acquirente a distanza" non potesse completamente valutare il prodotto, in quanto nel negozio fisico ha la facoltà di poter leggere tutte le caratteristiche sulla confezione. ATTENZIONE!!! Leggere le caratteristiche non vuol dire provarle. Faccio un esempio veloce: noi vendiamo capsule di caffè e magari un cliente in negozio ha la possiblità di leggere gli ingredienti sulla confezione e decidere se acquistare o meno, magari a causa di un'allergia. Quindi, la stessa cosa valeva anche per gli acquisti a distanza. Il cliente aveva la facoltà di leggere le caretteristiche del prodotto sulla confezione ed, in caso di particolarità non idonee, aveva la facoltà di ripensamento, restituendo l'articolo A SUE SPESE (costi A/R dei quali si assumeva la responsabilità, poiché era lui che magari non aveva letto bene tutte le caratteristiche sul web e si prendeva il vantaggio di ricevere l'acquisto a domicilio, anziché di spezzarsi le gambine ed andare in negozio), dovendo restituire la confezione assolutamente integra e non aperta, pena la decadenza del diritto di recesso.

Non come ora, che magari il cliente per accorgersi che il prodotto non va bene, prima lo usa o magari ne consuma la metà, per poi chiedere successivamente il reso!

Tutto questo deve finire e tornare così com'era in origine. E vado anche leggermente OT, asserendo che ci vorrebbe una regolamentazione pure sulle (finte) spese di spedizione gratuite, per le quali sono stato contrario da sempre!

Ma chi ha la forza di portare un argomento del genere ai "piani alti"? Non esiste alcun consorzio europeo a tutela degli operatori del commercio elettronico ed a livello italiano c'è una sola associazione, che pensa solamente a riscuotere la quota annuale, proponendo agevolazioni ridicole, come le tariffe "riservate" con i corrieri, che sono riuscito a strappare a condizioni più vantaggiose trattando di persona.

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Anche per rispetto dei negozi fisici, che sono stati negativamente impattati da queste regole troppo "facili", bisognerebbe regolamentare a livello europeo la normativa sui resi.

Noi "facciamo" e-commerce da oltre 20 anni ed agli albori queste nefandezze non solo non erano possibili, ma nemmeno pensabili da parte dell'acquirente!

All'origine il diritto di ripensamento per gli acquisti on-line era dovuto dal fatto che "l'acquirente a distanza" non potesse completamente valutare il prodotto, in quanto nel negozio fisico ha la facoltà di poter leggere tutte le caratteristiche sulla confezione. ATTENZIONE!!! Leggere le caratteristiche non vuol dire provarle. Faccio un esempio veloce: noi vendiamo capsule di caffè e magari un cliente in negozio ha la possiblità di leggere gli ingredienti sulla confezione e decidere se acquistare o meno, magari a causa di un'allergia. Quindi, la stessa cosa valeva anche per gli acquisti a distanza. Il cliente aveva la facoltà di leggere le caretteristiche del prodotto sulla confezione ed, in caso di particolarità non idonee, aveva la facoltà di ripensamento, restituendo l'articolo A SUE SPESE (costi A/R dei quali si assumeva la responsabilità, poiché era lui che magari non aveva letto bene tutte le caratteristiche sul web e si prendeva il vantaggio di ricevere l'acquisto a domicilio, anziché di spezzarsi le gambine ed andare in negozio), dovendo restituire la confezione assolutamente integra e non aperta, pena la decadenza del diritto di recesso.

Non come ora, che magari il cliente per accorgersi che il prodotto non va bene, prima lo usa o magari ne consuma la metà, per poi chiedere successivamente il reso!

Tutto questo deve finire e tornare così com'era in origine. E vado anche leggermente OT, asserendo che ci vorrebbe una regolamentazione pure sulle (finte) spese di spedizione gratuite, per le quali sono stato contrario da sempre!

Ma chi ha la forza di portare un argomento del genere ai "piani alti"? Non esiste alcun consorzio europeo a tutela degli operatori del commercio elettronico ed a livello italiano c'è una sola associazione, che pensa solamente a riscuotere la quota annuale, proponendo agevolazioni ridicole, come le tariffe "riservate" con i corrieri, che sono riuscito a strappare a condizioni più vantaggiose trattando di persona.

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Ai resi si applicano le politiche di Amazon che prevedono - cito testualmente - che l'oggetto debba essere restituito nelle stesse condizioni in cui sia stato ricevuto, non usato né danneggiato.

Regolamento scritto bene che purtroppo non viene fatto rispettare, o meglio, l'acquirente può trarre vantaggio da strumenti coercitivi (feebdack, recensioni, reclami) che gli conferiscono una posizione leonina.

In questo scenario l'acquirente non corre rischi ed ottiene sempre il riborso paradossalmente simile un supermercato senza casse né controlli in uscita, quanti pagherebbero la spesa?

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Ai resi si applicano le politiche di Amazon che prevedono - cito testualmente - che l'oggetto debba essere restituito nelle stesse condizioni in cui sia stato ricevuto, non usato né danneggiato.

Regolamento scritto bene che purtroppo non viene fatto rispettare, o meglio, l'acquirente può trarre vantaggio da strumenti coercitivi (feebdack, recensioni, reclami) che gli conferiscono una posizione leonina.

In questo scenario l'acquirente non corre rischi ed ottiene sempre il riborso paradossalmente simile un supermercato senza casse né controlli in uscita, quanti pagherebbero la spesa?

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Ribadisco la necessità di valutazione al cliente, ma vorrebbe far perdere un forte vantaggio che ha Amazon. Ciao Roberto

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Considerate tutte le truffe che ricevono i venditori su amazon, dovrebbe essere possibile lasciare feedback per clienti ad uso venditori, dando la possibilità al venditore di annullare l'ordine in caso di sospetta transazione fraudolenta senza che poi ne riceva una nota negativa.

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Considerate tutte le truffe che ricevono i venditori su amazon, dovrebbe essere possibile lasciare feedback per clienti ad uso venditori, dando la possibilità al venditore di annullare l'ordine in caso di sospetta transazione fraudolenta senza che poi ne riceva una nota negativa.

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