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Seller_qo8reWtYusxx9

NUOVA REGOLAMENTAZIONE IVA SU FATTURE AMAZON COMMISSIONI PIù ALTE

@Minerva_Amazone a tutti quelli che vorranno leggere e commentare,.. Credo che a tutti sia noto il fatto che Amazon dal 1 agosto 2024 emetta fatture a noi venditori con IVA ( era anche il momento,.. ) dovendo cambiare società, e regolamentandosi con il regime IVA del paese in cui vende, ok e Và bene,.. e pur vero che riceveremo quindi IVA a credito, ok e và bene, di contro non ci sarà detratto dalle vendite il 15 % ( esempio ) ma il 15% x22%, quindi commissioni più alte e meno soldi in tasca,.. ma io mi chiedevo non sarebbe stato più giusto se avessimo pagato solo il 15% ( che non è poco ... ) e da questa somma Amazon avesse pagato IVA per il 22% allo stato italiano ??? .. facendoci così respirare un poco ( ...chiedo troppo ??? )perchè se ci riflettiamo, se a noi ci detraggono il 15% x22% noi incassiamo meno soldi da poter reinvestire, mentre per Amazon non cambia niente ... sempre il 15% entra in cassa,... di contro noi utilizzeremo IVA a credito.. ?.. quando ??? dopo 3 mesi ??? alla chiusura contabile,...

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@Minerva_Amazone a tutti quelli che vorranno leggere e commentare,.. Credo che a tutti sia noto il fatto che Amazon dal 1 agosto 2024 emetta fatture a noi venditori con IVA ( era anche il momento,.. ) dovendo cambiare società, e regolamentandosi con il regime IVA del paese in cui vende, ok e Và bene,.. e pur vero che riceveremo quindi IVA a credito, ok e và bene, di contro non ci sarà detratto dalle vendite il 15 % ( esempio ) ma il 15% x22%, quindi commissioni più alte e meno soldi in tasca,.. ma io mi chiedevo non sarebbe stato più giusto se avessimo pagato solo il 15% ( che non è poco ... ) e da questa somma Amazon avesse pagato IVA per il 22% allo stato italiano ??? .. facendoci così respirare un poco ( ...chiedo troppo ??? )perchè se ci riflettiamo, se a noi ci detraggono il 15% x22% noi incassiamo meno soldi da poter reinvestire, mentre per Amazon non cambia niente ... sempre il 15% entra in cassa,... di contro noi utilizzeremo IVA a credito.. ?.. quando ??? dopo 3 mesi ??? alla chiusura contabile,...

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Seller_8O7UVSspKcIcQ
In risposta al post di: Seller_qo8reWtYusxx9

Ciao in realtà non cambia nulla.. la fattura di prima era senza iva ma cmq poi tu la dovevi dichiarare negli intra e quindi ci pagavi lo stesso il 22%.. adesso è meglio perchè le fatture di commissioni amazon non saranno piu' intra

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Seller_eV6TVBL0wx7k8
In risposta al post di: Seller_qo8reWtYusxx9

Caro @Seller_qo8reWtYusxx9, in realtà la commissione per la maggior parte degli articoli è il 15,45% e non il 15%. Per quanto riguarda l'IVA, anche prima Amazon la applicava con l'aliquota lussemburghese alle aziende non iscritte al VIES, che in verità oggigiorno sono pochine. Non vedo perché ora debba "regalarla". Però, se ci pensi bene, se da un lato indubbiamente comporta un esborso maggiore nell'immediato, da un altro guarda il lato positivo che molti competitor scorretti, che non pagano IVA e tasse, si troveranno con un "costo vivo" in più da dover fronteggiare nell'immediato. Poi, normalmente, se vendi solo in Italia, comunque l'IVA anticipata da Amazon l'andrai a recuperare nella dichiarazione IVA, che a quanto ho capito per te è trimestrale (come per la maggior parte delle piccole/medie aziende). Se, invece, vendi discretamente anche all'estero, molto probabilmente andrai sempre sistematicamente a credito d'IVA e questo "tesoretto" sarà recuperabile solo l'anno successivo, oltre i costi non compensabili dell'OSS!

Poi, rispondendo a @Seller_8O7UVSspKcIcQ, credo sia il caso di sfatare/chiarire un falso mito: quando si ricevono fatture estere intracomunitarie, l'IVA è a ZERO ed il documento va integrato con Autofattura (TD17 per i servizi, TD18 per i beni). Nell'Autofattura va inserita la cifra del documento, con l'aliquota IVA nostrana al 22%. Però, proprio come procedura dell'Autofattura, si genera una fattura con IVA a debito del 22% (quella emessa da noi nel registro delle fatture di vendita) ed, automaticamente, il sistema di interscambio rilascia una fattura di pari importo con IVA a credito del 22% (quella che troveremo nelle fatture d'acquisto). Quindi, il 22% di IVA si pareggia e non si paga assolutamente nulla sulle fatture per i servizi! Contrariamente a quando acquisti i beni da paesi UE (poi qui approfondirò il discorso poco sotto...*), che sono sempre IVA a ZERO e poi tu devi applicare l'IVA del 22% da versare quando rivendi il bene in Italia. Per completezza di informazioni, l'INTRA non è altro che una comunicazione per effettuare controlli incrociati tra i vari Stati membri e non viene generata alcuna IVA da versare. Però spesso sento dire che sulle fatture intracomunitarie c'è l'IVA da versare in seguito! Ripeto, l'IVA si versa solo sulle vendite effettuate in Italia, se si tratta di beni acquistati in esenzione IVA, ma NON sulle fatture di servizi. Ve lo posso "garantire al limone", poiché negli ultimi 20 anni abbiamo avuto controlli spietati circa i movimenti con l'estero.

* Concludo con la postilla di cui sopra: purtroppo, proprio le fatture in esenzione IVA tra Stati membri sono una grande falla (sicuramente voluta) dell'UE. Che favorisce un'evasione fiscale a livello continentale, che potrebbe essere arginata applicando anche per le vendite B2B lo stesso criterio dell'OSS. Quando vediamo il concorrente che ha un prezzo stracciato e ci chiediamo "ma come fa?", fa semplicemente che acquista dall'estero in esenzione IVA ed il successivo versamento in fase di vendita è un "optional". Quindi, col 22% in meno, senza considerare che anche le tasse (che non sono poche) sono "facoltative", ecco che loro agli occhi degli utenti sono "quelli bravi ed economici" e noi che assolviamo tutti gli obblighi siamo i "ladri"!

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Seller_qo8reWtYusxx9

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di Seller_qo8reWtYusxx9

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Caro @Seller_qo8reWtYusxx9, in realtà la commissione per la maggior parte degli articoli è il 15,45% e non il 15%. Per quanto riguarda l'IVA, anche prima Amazon la applicava con l'aliquota lussemburghese alle aziende non iscritte al VIES, che in verità oggigiorno sono pochine. Non vedo perché ora debba "regalarla". Però, se ci pensi bene, se da un lato indubbiamente comporta un esborso maggiore nell'immediato, da un altro guarda il lato positivo che molti competitor scorretti, che non pagano IVA e tasse, si troveranno con un "costo vivo" in più da dover fronteggiare nell'immediato. Poi, normalmente, se vendi solo in Italia, comunque l'IVA anticipata da Amazon l'andrai a recuperare nella dichiarazione IVA, che a quanto ho capito per te è trimestrale (come per la maggior parte delle piccole/medie aziende). Se, invece, vendi discretamente anche all'estero, molto probabilmente andrai sempre sistematicamente a credito d'IVA e questo "tesoretto" sarà recuperabile solo l'anno successivo, oltre i costi non compensabili dell'OSS!

Poi, rispondendo a @Seller_8O7UVSspKcIcQ, credo sia il caso di sfatare/chiarire un falso mito: quando si ricevono fatture estere intracomunitarie, l'IVA è a ZERO ed il documento va integrato con Autofattura (TD17 per i servizi, TD18 per i beni). Nell'Autofattura va inserita la cifra del documento, con l'aliquota IVA nostrana al 22%. Però, proprio come procedura dell'Autofattura, si genera una fattura con IVA a debito del 22% (quella emessa da noi nel registro delle fatture di vendita) ed, automaticamente, il sistema di interscambio rilascia una fattura di pari importo con IVA a credito del 22% (quella che troveremo nelle fatture d'acquisto). Quindi, il 22% di IVA si pareggia e non si paga assolutamente nulla sulle fatture per i servizi! Contrariamente a quando acquisti i beni da paesi UE (poi qui approfondirò il discorso poco sotto...*), che sono sempre IVA a ZERO e poi tu devi applicare l'IVA del 22% da versare quando rivendi il bene in Italia. Per completezza di informazioni, l'INTRA non è altro che una comunicazione per effettuare controlli incrociati tra i vari Stati membri e non viene generata alcuna IVA da versare. Però spesso sento dire che sulle fatture intracomunitarie c'è l'IVA da versare in seguito! Ripeto, l'IVA si versa solo sulle vendite effettuate in Italia, se si tratta di beni acquistati in esenzione IVA, ma NON sulle fatture di servizi. Ve lo posso "garantire al limone", poiché negli ultimi 20 anni abbiamo avuto controlli spietati circa i movimenti con l'estero.

* Concludo con la postilla di cui sopra: purtroppo, proprio le fatture in esenzione IVA tra Stati membri sono una grande falla (sicuramente voluta) dell'UE. Che favorisce un'evasione fiscale a livello continentale, che potrebbe essere arginata applicando anche per le vendite B2B lo stesso criterio dell'OSS. Quando vediamo il concorrente che ha un prezzo stracciato e ci chiediamo "ma come fa?", fa semplicemente che acquista dall'estero in esenzione IVA ed il successivo versamento in fase di vendita è un "optional". Quindi, col 22% in meno, senza considerare che anche le tasse (che non sono poche) sono "facoltative", ecco che loro agli occhi degli utenti sono "quelli bravi ed economici" e noi che assolviamo tutti gli obblighi siamo i "ladri"!

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Poi, rispondendo a @Seller_8O7UVSspKcIcQ, credo sia il caso di sfatare/chiarire un falso mito: quando si ricevono fatture estere intracomunitarie, l'IVA è a ZERO ed il documento va integrato con Autofattura (TD17 per i servizi, TD18 per i beni). Nell'Autofattura va inserita la cifra del documento, con l'aliquota IVA nostrana al 22%. Però, proprio come procedura dell'Autofattura, si genera una fattura con IVA a debito del 22% (quella emessa da noi nel registro delle fatture di vendita) ed, automaticamente, il sistema di interscambio rilascia una fattura di pari importo con IVA a credito del 22% (quella che troveremo nelle fatture d'acquisto). Quindi, il 22% di IVA si pareggia e non si paga assolutamente nulla sulle fatture per i servizi! Contrariamente a quando acquisti i beni da paesi UE (poi qui approfondirò il discorso poco sotto...*), che sono sempre IVA a ZERO e poi tu devi applicare l'IVA del 22% da versare quando rivendi il bene in Italia. Per completezza di informazioni, l'INTRA non è altro che una comunicazione per effettuare controlli incrociati tra i vari Stati membri e non viene generata alcuna IVA da versare. Però spesso sento dire che sulle fatture intracomunitarie c'è l'IVA da versare in seguito! Ripeto, l'IVA si versa solo sulle vendite effettuate in Italia, se si tratta di beni acquistati in esenzione IVA, ma NON sulle fatture di servizi. Ve lo posso "garantire al limone", poiché negli ultimi 20 anni abbiamo avuto controlli spietati circa i movimenti con l'estero.

* Concludo con la postilla di cui sopra: purtroppo, proprio le fatture in esenzione IVA tra Stati membri sono una grande falla (sicuramente voluta) dell'UE. Che favorisce un'evasione fiscale a livello continentale, che potrebbe essere arginata applicando anche per le vendite B2B lo stesso criterio dell'OSS. Quando vediamo il concorrente che ha un prezzo stracciato e ci chiediamo "ma come fa?", fa semplicemente che acquista dall'estero in esenzione IVA ed il successivo versamento in fase di vendita è un "optional". Quindi, col 22% in meno, senza considerare che anche le tasse (che non sono poche) sono "facoltative", ecco che loro agli occhi degli utenti sono "quelli bravi ed economici" e noi che assolviamo tutti gli obblighi siamo i "ladri"!

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Caro @Seller_qo8reWtYusxx9, in realtà la commissione per la maggior parte degli articoli è il 15,45% e non il 15%. Per quanto riguarda l'IVA, anche prima Amazon la applicava con l'aliquota lussemburghese alle aziende non iscritte al VIES, che in verità oggigiorno sono pochine. Non vedo perché ora debba "regalarla". Però, se ci pensi bene, se da un lato indubbiamente comporta un esborso maggiore nell'immediato, da un altro guarda il lato positivo che molti competitor scorretti, che non pagano IVA e tasse, si troveranno con un "costo vivo" in più da dover fronteggiare nell'immediato. Poi, normalmente, se vendi solo in Italia, comunque l'IVA anticipata da Amazon l'andrai a recuperare nella dichiarazione IVA, che a quanto ho capito per te è trimestrale (come per la maggior parte delle piccole/medie aziende). Se, invece, vendi discretamente anche all'estero, molto probabilmente andrai sempre sistematicamente a credito d'IVA e questo "tesoretto" sarà recuperabile solo l'anno successivo, oltre i costi non compensabili dell'OSS!

Poi, rispondendo a @Seller_8O7UVSspKcIcQ, credo sia il caso di sfatare/chiarire un falso mito: quando si ricevono fatture estere intracomunitarie, l'IVA è a ZERO ed il documento va integrato con Autofattura (TD17 per i servizi, TD18 per i beni). Nell'Autofattura va inserita la cifra del documento, con l'aliquota IVA nostrana al 22%. Però, proprio come procedura dell'Autofattura, si genera una fattura con IVA a debito del 22% (quella emessa da noi nel registro delle fatture di vendita) ed, automaticamente, il sistema di interscambio rilascia una fattura di pari importo con IVA a credito del 22% (quella che troveremo nelle fatture d'acquisto). Quindi, il 22% di IVA si pareggia e non si paga assolutamente nulla sulle fatture per i servizi! Contrariamente a quando acquisti i beni da paesi UE (poi qui approfondirò il discorso poco sotto...*), che sono sempre IVA a ZERO e poi tu devi applicare l'IVA del 22% da versare quando rivendi il bene in Italia. Per completezza di informazioni, l'INTRA non è altro che una comunicazione per effettuare controlli incrociati tra i vari Stati membri e non viene generata alcuna IVA da versare. Però spesso sento dire che sulle fatture intracomunitarie c'è l'IVA da versare in seguito! Ripeto, l'IVA si versa solo sulle vendite effettuate in Italia, se si tratta di beni acquistati in esenzione IVA, ma NON sulle fatture di servizi. Ve lo posso "garantire al limone", poiché negli ultimi 20 anni abbiamo avuto controlli spietati circa i movimenti con l'estero.

* Concludo con la postilla di cui sopra: purtroppo, proprio le fatture in esenzione IVA tra Stati membri sono una grande falla (sicuramente voluta) dell'UE. Che favorisce un'evasione fiscale a livello continentale, che potrebbe essere arginata applicando anche per le vendite B2B lo stesso criterio dell'OSS. Quando vediamo il concorrente che ha un prezzo stracciato e ci chiediamo "ma come fa?", fa semplicemente che acquista dall'estero in esenzione IVA ed il successivo versamento in fase di vendita è un "optional". Quindi, col 22% in meno, senza considerare che anche le tasse (che non sono poche) sono "facoltative", ecco che loro agli occhi degli utenti sono "quelli bravi ed economici" e noi che assolviamo tutti gli obblighi siamo i "ladri"!

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